La principale fonte di ricchezza
dei nostri tempi è la mente.
L’atto dell’autodistruzione riesce
meglio oscurandone i
pensieri migliori.
Enzo Picard
Enzo Picard
Uscire
o rimanere nell’euro?
Il mio
scopo in questo post non è fornirti tout court una risposta, ma darti la possibilità di rispondere da sola/o a
questa domanda.
Io, mi impegno a essere semplice nell'esposizione e fedele alla realtà dei fatti.
Tua deve essere la volontà di capire, proseguendo fino in fondo la lettura del post.
L’impegno
e il tempo che avrai profuso, saranno premiati con l’acquisizione di autonomia di giudizio e di decisione che, relativamente a una tematica tanto
importante quanto dibattuta, quale è la permanenza dell’Italia nell’euro, ti eviterà di essere preda di chi, al fine di sedurre gli elettori, ha interesse a farti assumere una posizione piuttosto che l'altra.
Armato di pensiero autonomo, non entri a far parte a tua insaputa delle loro intenzioni, diventando un membro più consapevole della comunità di cui fai
parte.
E’ ormai
noto a tutti, dopo lo scoppio della crisi del 2008, che le forze della finanza internazionale
e globalizzata, determinano fortuna o povertà di ogni Paese. Somigliano
molto alle forze della natura, potenti e inarrestabili, come le maree degli
oceani.
E come le maree inondano o lasciano a secco intere zone di
terraferma, i mercati, con le loro decisioni, sommergono o prosciugano di liquidità
intere economie nazionali, rendendosi artefici del destino dei popoli.
Meno
noto è invece il funzionamento della finanza e la sua funzione nella società.
GLI EFFETTI DELLA FINANZA NEGLI ULTIMI ANNI
I potenti effetti della finanza, sono stati da noi italiani tristemente sperimentati negli ultimi
anni.
Il più visibile e nocivo è stato il credit crunch, cioè scarso denaro in
circolazione nel circuito dell’economia.
Tutti hanno patito questa scarsità, le imprese per investire e assumere lavoratori, le famiglie per acquistare beni e servizi. Le conseguenze sono state crollo della produzione industriale e dei consumi.
Tutti hanno patito questa scarsità, le imprese per investire e assumere lavoratori, le famiglie per acquistare beni e servizi. Le conseguenze sono state crollo della produzione industriale e dei consumi.
L’economia
si è avvitata su se stessa in una
spirale negativa, dalla quale adesso è molto difficile uscire.
Questi effetti sono stati aggravati dalle così dette “manovre di risanamento” ad opera dei governi succedutisi, che hanno di fatto ulteriormente depauperato il circuito economico, sottraendogli denaro necessario a soddisfare la fame insaziabile di uno Stato dalle fauci
abissali, tramite l’aumento delle tasse a cittadini e imprese. Denaro troppo
spesso finito in sprechi e costi politico-burocratici.
Di contro non è stata attuata nessuna vera ed efficace riforma del sistema.
Cittadini disorientati sono stati prima indotti, sotto la minaccia di uno spread impazzito a sorpresa, a
fidarsi del governo tecnico e poi, quando ne è risaltata palesemente l’assoluta
inadeguatezza, è stata data loro l’illusione di potersi esprimere con il voto,
salvo poi disattendere la volontà di cambiamento da essi manifestata, insediando ancora una volta, un governo rispondente
alle richieste di rassicurazione proveniente dalle principali cancellerie
europee, piuttosto che agli interessi nazionali.
Frattanto, crollo
della produzione industriale, impennata del numero di disoccupati, ulteriore
crescita del debito pubblico e un’economia disastrata come neanche in tempo di
guerra era accaduto, hanno causato il crollo della fiducia dei cittadini, già ferocemente indignati per gli esorbitanti costi di mantenimento di una classe politica incompetente e corrotta.
Adesso, nel dicembre 2013, pericolosi e prevedibili moti di piazza, turbano l'ordine pubblico e lanciano dolenti presagi per il futuro.
Una moltitudine di italiani vessati ed esasperati, si sente pericolosamente in bilico, tra l'istinto di rovesciare un sistema inefficiente e moralmente discutibile, e lo spirito di vendetta verso lo stato.
Una moltitudine di italiani vessati ed esasperati, si sente pericolosamente in bilico, tra l'istinto di rovesciare un sistema inefficiente e moralmente discutibile, e lo spirito di vendetta verso lo stato.
In questo panorama si inseriscono proclami come quelli di Grillo del movimento 5stelle, della
nuova lega di Matteo Salvini, e di altri soggetti, i quali apertamente propugnano la tesi dell’uscita
dall’euro quale soluzione della crisi.
Da qui
la necessità di rispondere alla domanda delle domande:
E’ vero che uscire dall’euro risolverebbe la crisi?
E’ vero che uscire dall’euro risolverebbe la crisi?
Autorevoli e meno autorevoli esperti si dividono tra il si e il no.
Siamo
nel mezzo della classica “tempesta perfetta”, che potrebbe condurci, a un
declino tanto veloce quanto lo è il cambiamento globale in atto, allontanandoci
per lunghissimo tempo e certamente per il resto del secolo, da un mondo fortemente proiettato diversamente da noi, verso il futuro.
Iniziamo il nostro percorso analizzando la tesi a favore dell'uscita dell'Italia dalla moneta unica.
LA TESI FAVOREVOLE ALL’USCITA DALL’EURO
I
sostenitori di questa tesi, auspicano la riappropriazione della sovranità monetaria, il potere cioè di stampare soldi con la
nostra Banca d’Italia, evitando di sottostare alla volontà altrui.
Stampare più moneta, permetterebbe di irrigare il circuito economico a secco di liquidità, alimentando la ripresa del mercato domestico e persino la capacità di esportazione, contando sulla svalutazione della moneta.
Stampare più moneta, permetterebbe di irrigare il circuito economico a secco di liquidità, alimentando la ripresa del mercato domestico e persino la capacità di esportazione, contando sulla svalutazione della moneta.
E’ una
tesi con una sua logica apparentemente schiacciante, patrocinata anche da
alcuni economisti.
A sostegno di essa si potrebbe aggiungere l’esempio della Turchia, geograficamente vicina, che con la sua lira, in questi anni catastrofici per noi, ha conosciuto lo sviluppo economico più impetuoso della sua storia.
A sostegno di essa si potrebbe aggiungere l’esempio della Turchia, geograficamente vicina, che con la sua lira, in questi anni catastrofici per noi, ha conosciuto lo sviluppo economico più impetuoso della sua storia.
Le cose stanno davvero in questo modo?
Prima
di rispondere dobbiamo porci alcune domande.
LE
DOMANDE CHIAVE
1.Cosa
è la finanza e quale funzione assolve?
2.Chi
sono e come operano i soggetti della finanza, che
decidono chi e perché, meriti essere inondato o lasciato a secco di
liquidità?
3.Come e perché, psicologia e
finanza si intrecciano strettamente fra loro?
4. Etica
e autostima collettiva, hanno un peso nella valutazione economica
di un Paese?
di un Paese?
E se si, perché?
LA
FINANZA
L’epoca
in cui potevi serenamente disinteressarti della finanza fa ormai parte della
preistoria. Oggi, se la ignori, rischi di accorgerti improvvisamente della sua
esistenza, nel momento in cui, portandoti via il lavoro, l'assistenza sanitaria gratuita, i tuoi risparmi, o la
tua casa, spazza via in un attimo le
certezze su cui fondi la tua vita.
Essa
domina, nostro malgrado, la nostra vita in tutti i suoi aspetti pratici.
Questo
può farti paura, ma non è una ragione valida per cui tu debba considerarla il
male del mondo….
continua nel prossimo post che sarà pubblicato Giovedì
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